Per innovare bisogna cambiare.

Ma cambiare non è cosa che si possa fare se non imparando a ragionare e, conseguentemente, a costruire in positivo.

L’odierna società è certamente (anche) la società del rischio.

Perché è certamente vero che, soprattutto dopo l’11 settembre e le due Torri, il mondo ha iniziato a ragionare in termini di risk management.

E perché è certamente vero, ragionandosi qui di compliance, che la compliance, (anche) su queste basi, è sempre stata vista alla stregua dell’antidoto alla patologia.

La compliance è certamente (anche) un antidoto alla patologia, intendendosi qui per patologia l’ipotesi nella quale, nonostante le cautele, si verifichi l’evento-critico.

In alcuni casi, si pensi, ad esempio, al MOG 231, l’esigenza d’essere compliant nasce proprio dall’esigenza d’evitare la verificazione della patologia – nel caso del MOG 231, dall’esigenza d’evitare la commissione di reati – e, dunque, ribaltando l’ottica del ragionamento, dall’esigenza, in consimili ipotesi, di scudare impresa ed imprenditore.

Ma ciò non significa, anzi, che la compliance non sia concetto declinabile anche e soprattutto in positivo.

Le aziende, ivi comprese le PMI, sono strutture (anche) soggettivamente complesse.

Nell’ambito delle quali la mancata formalizzazione delle responsabilità è cosa che ha come contraltare l’impossibilità di comprendere, con la necessaria precisione e, talvolta, con la necessaria lucidità, chi deve fare che cosa e come.

Ciò produce inefficienza quando non vere e proprie deficienze, quali, oggettivamente, sono quelle che, non essendovi regole precise, nascono dal caos operativo e sono amplificate dalle fisiologiche urgenze proprie della quotidianità.

Né va sottovalutato il fatto, che, invece, tende eccome ad essere sottovalutato nella pratica, che consimili inefficienze, nel medio periodo, siano destinate ad avere, quale negativo punto di caduta, altresì la demotivazione, sovente importante, delle risorse umane.

Di risorse umane che fanno, fanno, fanno; ma che, oggettivamente e nonostante ciò, vanno quotidianamente sotto da tanti – tutti? – i punti di vista.

La compliance, se la cultura aziendale, anche a livello di PMI, fosse tale da permettere davvero di riflettere su quanto sopra in termini costruttivi, sarebbe davvero in grado d’incidere positivamente su consimili piani, sterilizzando le anzidette conseguenze negative.