Che cos’è la corporate finance?

Di quali mezzi dispone l’imprenditore per ottimizzarla?

Il rating di legalità è uno di questi?

Il MOG 231 è uno strumento richiesto dalla legge per accedere all’anzidetto rating, ma di cosa si tratta?

La corporate finance (finanza d’impresa o finanza aziendale) è un ramo della finanza che si occupa di esaminare e valutare le decisioni finanziarie assunte dalle società per sostenere le loro attività economiche, allo scopo d’informare le stesse circa le efficaci e efficienti modalità di gestione delle risorse finanziare.

Questa scienza economica spiega come analizzare e valutare, dal punto di vista finanziario, una decisione aziendale per capire se è conveniente, efficace e efficiente.

Una decisione per essere tale deve perseguire il miglior equilibrio possibile tra fonti e impieghi ovvero tra finanziamenti e investimenti, in altre parole tra risorse finanziarie disponibili in azienda e impieghi nei quali si intende investirle.

Prendere decisioni convenienti e efficaci nell’ambito dell’amministrazione aziendale è una delle condizioni fondamentali per perseguire una gestione finanziaria il più efficace possibile.

Gestione efficace che comporterà un’allocazione oculata delle risorse in base alla loro disponibilità e all’interesse che esse sono chiamate a soddisfare.

La scommessa di chi investe nella corporate finance e, più in generale, nell’organizzazione e gestione aziendale è quella di far soffrire all’azienda il più basso numero di perdite economiche, di tenere il più attivo possibile il business aziendale generando un ritorno sull’investimento e quindi sul capitale investito (return on investment) che gli permetta di espandersi, migliorando e accrescendo il valore della propria azienda agli occhi degli stakeholder; valore che andrebbe incrementato continuamente e massimizzato.

Organizzare la propria azienda cosa comporta?

Organizzare un’attività imprenditoriale significa definire linee d’influenza, di staff e di line, criteri, protocolli e procedure da rispettare nello svolgimento del lavoro al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Realizzare questa operazione significa definire le attività da svolgere, costituire per ciascuna attività apposite unità organizzative, coordinare tutte le attività e disciplinare compiti, responsabilità e poteri di ciascun intraneus.

Investire sull’organizzazione comporta inevitabilmente un efficientamento dell’azienda nel suo complesso, sotto tutti i punti di vista, tra cui anche quello finanziario che qui c’occupa.

Settore, quello finanziario, tra le altre cose, governato da numerose leggi sia civili che penali e quindi richiedente una particolare e accurata attenzione da parte delle società nella gestione della finanza aziendale.

Per fare alcuni esempi, usura, riciclaggio, truffa aggravata, abuso d’informazioni privilegiate (insider trading), manipolazione di mercato, ostacolo alle funzioni di vigilanza, falso in bilancio, irregolarità nell’acquisto di azioni, gestione infedele e anatocismo sono solo alcuni dei reati contro l’industria e il commercio, finanziari, e societari che le aziende, anche involontariamente, possono trovarsi a compiere attraverso una gestione delle risorse finanziarie o, più in generale, a causa di un’organizzazione aziendale costituita solo da prassi e non da procedure scritte e formalizzate.

Perché la formalità in questo campo è di vitale importanza?

Anche l’azienda organizzata al meglio tramite prassi rischia di subire il meccanismo del “cornuto e mazziato” ovvero nonostante la sua concreta e effettiva organizzazione interna, il giudice penale la potrebbe condannare a sanzioni pecuniarie e, talvolta, interdittive particolarmente afflittive (in Italia per manipolazione di mercato con diffusione di false notizie o documenti, la sanzione pecuniaria va da 20.000 euro a 5 milioni di euro e l’autore del reato può essere condannato fino a 6 anni di carcere), per il solo fatto di non aver messo per iscritto e, dunque, per non essere riuscita a dimostrare all’autorità giudiziaria il suo modo d’operare.

Le linee guida di Confindustria sulla redazione dei MOG 231 si dimostrano intransigenti circa la gestione delle risorse finanziarie, tanto è vero che a queste ultime sono dedicati paragrafi particolarmente ampi.

Il MOG 231 non è altro che un’ottima occasione per organizzare al meglio la propria attività imprenditoriale, essendo un momento utile per “rispolverare” protocolli e procedure aziendali (se esistenti) o prassi già in essere al fine di integrarle o scriverle alla luce della normativa vigente in materia d’impresa.

Questo permetterebbe all’azienda di dirigersi verso una perfetta allocazione delle risorse, ottimizzando la propria organizzazione e contemporaneamente di dimostrare all’autorità giudiziaria, in caso di reato commesso, nel suo interesse o a suo vantaggio, da suoi dipendenti e/o soggetti apicali, il suo operare secondo legalità.

Quale altra ragione, dovrebbe spingere l’imprenditore a adottare un MOG 231 per migliorare la propria corporate finance?

La corporate finance viene strutturata sulla base delle fonti di finanziamento alle quali l’azienda ha la possibilità di accedere.

L’adozione di un MOG 231 è uno dei requisiti richiesti per ottenere dall’AGCM (autorità garante della concorrenza e del mercato) il rating di legalità.

A cosa serve il rating di legalità nell’ottica della corporate finance?

Questo rating è la certificazione introdotta nel 2012 che consente alle aziende l’utilizzo di agevolazioni in merito a finanziamenti pubblici e credito bancario.

Viene misurato in “stelle” (da una a tre) ed è un indicatore dell’attenzione data dall’azienda al rispetto della legalità nella gestione del proprio business.

Le aziende che hanno ottenuto il rating possono avere agevolazioni dalle pubbliche amministrazioni e dagli istituti bancari.

Le pubbliche amministrazioni, quando concedono finanziamenti alle imprese, prevedono almeno uno dei seguenti sistemi premiali per chi è in possesso del rating: preferenza in graduatoria, attribuzione di punteggio aggiuntivo o riserva di quota delle risorse finanziarie allocate.

Anche le banche tengono conto dell’attribuzione alle imprese di questa certificazione: infatti l’anzidetto rating è una delle variabili utilizzate per la valutazione d’accesso al credito e, inoltre, riduce tempi e costi delle istruttorie per la concessione di finanziamenti.

Sicuramente queste agevolazioni nell’accesso al credito rappresentano una sicurezza in più per la corporate finance e per il rischio d’impresa purtroppo legato agli investimenti dell’imprenditore.

A conferma dell’importanza della sopradescritta certificazione, all’interno dell’ultima relazione annuale pubblicata dall’Antitrust dedicata al rating di legalità, risulta sempre più elevato il numero d’imprese interessate all’ottenimento dell’istituto che qui c’occupa.